Nella sua prima personale a New York del 1972, Stephe Shore espose unicamente immagini a colori.
Si trattò a tutti gli effetti di una rivoluzione nel campo dell’immagine, accolta – come ogni atto di rottura – con poco entusiasmo.

Non è l’unico in quel periodo a scegliere il colore: insieme a Shore, William Eggleston e Joel Meyerowitz ne fanno cifra stilistica.

Le ragioni che favoriscono la diffusione sempre più ampia della fotografia a colori sono di carattere economico e tecnico.
Benché già sperimentata all’inizio del Novecento, la fotografia a colori entra in uso nella seconda metà degli anni Trenta.

Ma per la stampa di libri e riviste i costi si mantengono elevati, tant’è che spesso solo le copertine e poche pagine interne sono stampate a colori, mentre il resto è in bianco e nero.

Grazie al perfezionamento della tecnologia della separazione dei colori – il cuore della #fotolito – e al diffondersi di macchine da stampa #offset a 4 colori, la stampa a colori si afferma sempre più; con l’avvento poi degli scanner direttamente collegati ad un computer, la selezione colore in quadricromia si diffonde, e dalla fine degli anni Ottanta, tutte le riviste saranno interamente a colori.
Paradossalmente anche il bianco e nero dovrà essere realizzato in #quadricromia.

Poster cm 70 x 100 – carta Agfa® – stampa Epson®

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