Qualcuno si ricorda del #montaggista?

Più volte abbiamo nominato il #cromista, figura mitica nel mondo delle arti grafiche.
Ma nulla era possibile senza un montaggista.

Oggi anche gli studenti più giovani possono abbinare un testo a un’immagine e stamparlo nella loro cameretta.
Ma alla fine degli anni 80 un computer che permettesse questa operazione richiedeva un investimento di almeno 500 milioni di lire e un corso degno di un pilota di jet.
Il tutto per realizzare una #pellicola (matrice di stampa) che integrasse il testo con l’immagine.

Ma prima dell’avvento di questi costosi “sistemi” elettronici (così erano chiamati) come si faceva?

Semplice: forbice, metri di pellicola fotosensibile, pazienza, precisione, una camera oscura, un bromografo (cioè un banale cubo con uno sportello, tipo una lavatrice con carica dall’alto) e a furia di passaggi luminosi e incastri si giunge a radunare diverse immagini e diversi testi in un’unica pagina.
Un procedimento da ripetere quattro volte se la pagina era a colori, quindi per realizzare una doppia pagina formato A3 erano necessari almeno 16 pezzi di pellicola di uguale formato per integrare testi colorati con delle immagini!

Per questo sino agli anni 80 libri e riviste avevano ancora tante pagine in bn e il colore era un lusso!