Mi diverte cercare immagini dove l’elemento grafico è composto esclusivamente dai colori puri della quadricromia. 

Ormai è quasi un’ossessione. 

Nello scandagliare tra archivi web, libri e riviste, mi sono reso conto che il mondo editoriale è talmente affezionato alla quadricromia che spesso l’ha messa in copertina. 

Eccone alcuni esempi, si va da fine anni cinquanta al duemila, da Eye a Domus: strisce, cornici, quadrati, curve, ovvero singoli elementi che si combinano in coreografie essenziali. 

Il gioco grafico è in pratica sempre lo stesso: i colori si comportano come inchiostri da stampa che, grazie alla trasparenza, si sovrappongono sul foglio e danno luogo a nuovi colori. 

Abbiamo quindi il rosso intenso formato da magenta e giallo, quello che in gergo viene chiamato rosso 100.

Poi il verde (Y+C) e il blu violaceo (M+C), e infine il nero intenso che non è altro che la somma tra CMYK usati al massimo della loro forza. 

Questa in poche parole è la proprietà quasi magica della quadricromia.

(di Carlo Cavicchio)

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