Si, usiamo i nostri occhi.
Sono sempre un valido strumento.

Ci sono densitometri, video calibrati, parametri tecnico/scientifici di vario genere, ma una prova colore è spesso il modo migliore per arrivare al risultato.

È ancora possibile non vergognarsi per questo?

Nel sofisticato mondo della stampa e della pre-stampa, l’idea di valutare visivamente il colore a volte è considerata la peggior eresia.

Ma ci si dimentica spesso che gli stampati non vengono visti in luoghi asettici dai loro utilizzatori, bensì in diverse condizioni di luce.
Senza contare che ognuno ha i propri occhi, non vediamo tutti allo stesso modo e non abbiamo tutti la stessa sensibilità.

Data la natura soggettiva della percezione, “il colore è sempre ingannevole”, come saggiamente osservò Goethe oltre due secoli fa. (https://lnkd.in/d6Vjac9m)

Lo stesso identico colore può stimolare risposte diverse a seconda di come è visto in rapporto agli altri colori, per ogni singola immagine, per ogni singola pagina di un libro o di un catalogo.

Quindi, niente vergogna: osservare il risultato finale sul giusto supporto cartaceo con una corretta fonte di luce, è ancora un modo legittimo per assicurarci che i nostri prodotti stampati siano al meglio.