“Quanti pazzi ci sono in Italia?
60 mila sicuri. Cioè quanti sono gli acquirenti del primo numero di AutoCapital, appunto un giornale da pazzi, fatto da giornalisti un po’ pazzi” […]
così scriveva il mitico direttore Luca Grandori nell’editoriale del secondo numero.

Ma perchè pazzi? … Semplice costava 5.000 lire, più o meno 25,00 euro di oggi, certo non poco per una rivista da edicola.
Il costo medio di una rivista mensile era di 1.000 lire.

Sono passati 40 anni ma sembra molto di più: fu la prima rivista di automobili internamente a colori, in un mercato non ancora pronto a ricevere tanta richezza.
Infatti molte pubblicità sui primi numeri erano in bianco e nero; le aziende inserzioniste le avevano preparate così perchè le utilizzavano anche su altre riviste di settore, per lo più stampate in bianco e nero.

Ma dato il successo che AutoCapital ottenne, sin dal terzo numero la maggior parte delle inserzioni pubblicitarie era già a colori!

A curare la raffinata grafica della copertina (e non solo) fu chiamato un grafico importante: Salvatore Gregorietti, noto per aver anche curato la grafica di Linus e di tanti altri pregetti editoriali.
In questo modo il miracolo fu completo e quella rivista cambiò il modo di parlare di belle automobili e per anni rimase un punto di riferimento sia formale che sostanziale.

Fa piacere rilevare che ancora oggi un buon numero di collezionisti “pazzi per la carta” sia alla ricerca dei primi 100 numeri di AutoCapital, un vero tesoro da conservare che rappresenta un momento magico dove l’amore per l’automobilismo si sposa con una particolare attenzione alla grafica e alla fotografia.