
La fotolito è la fase in cui si decide se il colore che vedi sullo schermo verrà giusto, più o meno, anche sulla carta.
Il resto – tutto il resto – viene dopo.
Cos’è la fotolito (oggi, non ieri)
Quando si parla di fotolito, spesso si pensa a una cosa vecchia.
Alle pellicole. Alle lastre. Alla chimica.
E va bene, una volta era così.
Ma oggi no.
Oggi, quando dici “fotolito”, stai parlando di quel lavoro lì che si fa prima di andare in stampa.
Quel lavoro che decide se il rosso del logo verrà rosso, o se diventerà un marrone un po’ stanco.
La fotolito è quella che salva il colore (o lo rovina)
Il cliente, a volte, arriva con un campione fisico.
Un tessuto, un campione di legno, un’etichetta, una bustina.
Dice: “Il colore deve venire così”.
E lì capisci che tutto sta in una cosa: trasformare quella richiesta in un file che funzioni.
Quello è il lavoro.
Quella è la fotolito vera.
Non è postproduzione veloce.
Non è un “si sistema dopo”.
È una scelta tecnica, fatta prima, fatta bene.
Cosa fa davvero chi fa fotolito
Chi fa fotolito, fa questo:
– controlla che il monitor sia calibrato,
– apre i file in CMYK (e non ci spera),
– confronta con il campione sotto luce controllata,
– regola i livelli, i toni, i contrasti,
– prepara una prova colore certificata Fogra.
E poi, se serve, ricomincia.
Perché non basta che il file sia bello:
deve essere giusto.
La prova colore: il momento in cui si capisce tutto
Si chiama prova colore.
È una stampa speciale, fatta per simulare la resa finale su carta, con la giusta macchina, il giusto profilo, la giusta carta.
È il momento in cui il file incontra la realtà.
Se funziona, si va in stampa.
Se non funziona, non si stampa.
Si corregge. Si aggiusta. Si capisce.
Chi stampa senza prova colore, stampa sperando.
Chi stampa con una prova fatta bene, stampa sapendo.
Se in stampa c’è un problema, era già un problema prima
La macchina da stampa non inventa.
Fa.
Se esce un colore sbagliato, è perché qualcuno ha fatto finta prima.
Finta di controllare, finta di convertire, finta di sapere come funzionano i colori in stampa.
La fotolito professionale serve per non dover sperare.
Serve per sapere.
Perché serve la fotolito, in sintesi
Perché:
il colore non è un’opinione,
la stampa non è un test,
il cliente non perdona,
il risultato buono non è una fortuna, è un lavoro fatto bene.
Servizi di fotolito professionale
Noi questo lavoro lo facciamo così.
Con attenzione.
Con calma.
Con metodo.
Se cerchi un servizio professionale di fotolito per:
– preparare i file stampa nel modo corretto
– gestire immagini e colori in funzione del supporto finale
– rispettare campioni fisici forniti (legni, pelli, tessiti etc)
– realizzare e verificare prove colore certificate
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Vuoi che il tuo stampato venga davvero come deve venire?
Scrivici (info@cdcromo.it).
Parliamone.
Senza fretta, ma con precisione.