Andy Warhol Time Capsule CDcromo fotolitoAndy Wahrol e l’intelligenza artificiale si somigliano molto!

Parallelo intrigante e nemmeno troppo forzato.

Andy Warhol, con il suo processo artistico basato sull’accumulo, l’archiviazione e la rielaborazione di immagini della cultura pop, anticipava il funzionamento dei moderni sistemi di intelligenza artificiale per la generazione di immagini.

1. Accumulo di dati (o immagini).

2. Rielaborazione.

3. Celebrazione della ripetizione e del consumo (I programmi di AI generativa, come DALL-E o MidJourney, esplorano infinite permutazioni basandosi su input simili, celebrando la varietà e la molteplicità)

4. Depersonalizzazione del processo creativo:
Warhol vedeva l’arte come un processo in parte meccanico, quasi industriale, Il suo studio funzionava come una catena di montaggio creativa.

L’AI porta questa meccanizzazione all’estremo, eliminando completamente l’intervento umano diretto nella creazione, pur utilizzando i “segni” dell’umanità come base per l’output.

Le Time Capsules, di Andy Warhol sono un progetto artistico meno noto ma molto interessante del celebre artista pop.

Si tratta di un archivio personale composto da scatole di cartone che Warhol riempiva con oggetti della sua vita quotidiana.

Questo progetto iniziò nel 1974 e proseguì fino alla sua morte nel 1987. In totale, Warhol creò 612 capsule, contenenti di tutto: ritagli di giornale, fotografie, lettere, ricevute, regali, biglietti di spettacoli, oggetti d’arte e persino rifiuti.
Queste immagini venivano “archiviate” e spesso ripescate per essere trasformate in opere d’arte.

Ancora una volta la misera carta stampata, o come si dice sporcata con la quadricromia, diventa oggetto artistico e da collezione

Dopo la morte di Warhol, le capsule sono state catalogate e conservate dal “The Andy Warhol Museum” di Pittsburgh, che le considera una delle parti più preziose della sua collezione.