La packaging art utilizza un prodotto di largo consumo il packing, il contenitore, la veste… Ma che cos’è? Cos’esprime?
Non è facile definire un prodotto artistico, un’attitudine.
Non è facile connotare il frutto dell’esigenza creativa che muove ma non si spiega che a posteriori.

La packaging art è l’opera attraverso l’opera, il packing è già opera: è l’involucro che racchiude, frutto di innumerevoli interventi, dal creativo al grafico, al fotografo.

La packaging art ama il packing, lo trova bello, seducente e simbolico.
Attraente deve essere di fatto ciò che nasce per invogliare all’acquisto e il creativo si lascia sedurre dalla propria opera nell’inventare ciò che dovrà stupire e attrarre attraverso forma, colore, dimensioni, piacevolezza al tatto. Le opere della packaging art sono non a caso toccabili e il rilievo evidente ne acuisce il senso del “vero”, del quotidiano, della materia.

l compito del creativo è rendere più attraente possibile ciò che vestirà il prodotto, ciò che lo rappresenterà. Il packing è la rappresentazione del bello, e non entra nel merito della valutazione del prodotto, della sua qualità.
La packaging art nasce dal desiderio di riutilizzare il packing, ciò per cui si è pensato, inventato, ciò che si è amato, a cui si è dedicato tempo e da cui ci si è lasciati attrarre come bambini. Si evince, infatti, dall’opera un aspetto ludico, un gioco che racconta chi siamo, chi siamo stati, attraverso il “riutilizzare” ciò che già è stato manipolato, usato, ciò che andrebbe gettato .
L’idea di conferire dignità ad oggetti comuni (si pensi alla latrina capovolta che Duchamp intitolerà “Fontana”) non è certo nuova. Ed è un consapevole omaggio a Warhol, lui stesso nato come grafico, come fautore dell’involucro, trasformò addirittura i personaggi in prodotti di consumo.

L’artista (grafico) Giordano Redaelli quindi testimonia un tempo, l’attuale, attraverso un documentario, un raccontare noi stessi con il gesto dell’oggi e la materia di ieri, già stata, già usata. La materia che ci ha ammaliato, catturato e con la quale siamo vissuti, cresciuti, che ha modificato e veicolato il nostro comune senso estetico, il nostro pensare ed agire. Ha modificato i nostri valori, forse i sentimenti, attraverso l’invasione voluta, cercata e subita.

Artigiani del pack, forse testimoni d’un tempo che sta sparendo … E le Opere saranno perciò tracce, ciò che resta di qualcosa che è accaduto.

Testimonianze, frammenti che ricomposti a posteriori lasciano intravedere un disegno che via via si è andato componendo. Non c’è nessuna regola da far valere, nessun valore predeterminato da rispettare.